Bologna e l’Emilia-Romagna decidono di interrompere i rapporti istituzionali con Israele. Una decisione che preoccupa
La Regione Emilia Romagna e il Comune di Bologna hanno deciso di interrompere i rapporti istituzionali con lo Stato di Israele. Non è una decisione che abbia gravi conseguenze sul piano diplomatico in quanto, per fortuna, non abbiamo ambasciate e consolati emiliani in quel martoriato paese. Si tratta però di un atto preoccupante che avvicina la nostra terra, la nostra democrazia, a quei paesi e a quei gruppi di estremismo islamico e palestinese che non vogliono il riconoscimento dello Stato di Israele, la sua esistenza. Sappiamo bene che questa non è la posizione dei nostri amministratori e tantomeno della nostra gente, ma la decisione annunciata apre una breccia pericolosa, come bene ci ricorda il presidente della comunità israelitica bolognese De Paz. Il quale si chiede, giustamente, come vivranno questa decisione i trecento studenti israeliani presenti nella nostra università che già spesso subiscono ingiustificati e inammissibili atti di intolleranza? E poi, in questo modo, non rischiamo di aprire invece uno spiraglio di tolleranza a gruppi terroristici come Hamas le cui azioni scellerate e la cui presenza non possono essere in nessun modo tollerate in un mondo libero?